Mes sincères remerciements à SAJE distribution pour ces journées intenses et fructueuses de Casting à Paris. Je remercie également TOUS les artistes sélectionnés, qui nous ont offert de brillantes prestations. Merci enfin à l’école DBIMA qui nous a offert l’espace pour organiser le travail. Notre série CLASSÉ X, dont je réaliserai le pilote, a enfin trouvé le couple parfait! Manuel de Teffé
Roma. Basilica di San Pietro. Sono circa 8 anni che non ci metto piede e decido di visitarla presentandomi alle 7 per evitare di stare in fila coi turisti. Entro: ovunque cartelli che vietano di fare foto e video. Siamo solo io e le guardie. NO FOTO – NO VIDEO – NO FOTO – NO VIDEO – NO FOTO – NO VIDEO. Ovunque. Mi sento un cowboy che non riesce ad estrarre la sua colt dalla fondina. Dopo una marea di foto non scattate sto per uscire, quando vedo uno squarcio prospettico da capogiro. Le dita della mano esitano sull’iPhone. Non devo. Mi giro e punto una guardia: è un omino serissimo che sembra puntare il suo sguardo nel nulla, sembra un Napoleone in miniatura senza esercito. Lo avvicino curvandomi per non dare l’impressione di essere troppo alto e a mezza voce improvviso umilmente: “Buongiorno, mi scusi tanto sa… so che è vietato fare foto e video, vietatissimo, non ricordavo, sono anni che… ci son cartelli ovunque e dunque… però… è che a mia moglie, che è lontana, piacerebbe molto un segno, un colore, guardi che cielo… potrei strappare una foto per lei? Solo per lei. Una”. L’omino mi scruta come fossi la Stele di Rosetta, aguzza gli occhi, tira un sospiro e legifera: “SBRIGHETE”. Io sorrido mitemente, riacquisto la mia altezza e corro veloce a scattare la foto. Solo una, in un lampo. Poi mi volto e a ringraziamento alzo il pollice come Fonzie. A specchio, l’omino fa lo stesso e riabbassa subito la mano, guardandomi con una complicità inaudita. Sipario.
Roma. Sul lungotevere un artista francese con un foulard ottocentesco è assorto nella realizzazione del suo acquerello. Sbircio l’opera iperrealista. Si avvicina una matrona romana zona Sora Lella e butta un occhio al dipinto; guarda Castel Sant’Angelo, guarda il quadro, guarda l’artista ed esplode in tutta la sua spontaneità: “Ci’, faje na foto che famo prima!” Poi tira avanti. Io spiego all’artista il significato recondito del complimento romano. L’uomo sbuffa. Allora tiro fuori l’iPhone e scatto la foto. Sipario
Sono in treno, patendo quella sofferenza goffa di chi ha un sonno tremendo ma non riesce ad addormentarsi e quasi desidererebbe essere narcotizzato. Per uno alto 1,90 qualsiasi sedile è scomodo. Arriva a passo spedito dal corridoio un signore carico di bagagli, con consorte piena di pacchi e pacchettini. L’uomo si ferma davanti a me e mi guarda con cattiveria arzilla, agita il suo biglietto del treno davanti ai miei occhi e mi sgrida ad alta voce perché ho occupato anche il posto accanto con una valigetta. Questi italiani! Il danese, perché così desumo da una cosa inelegante che sento, freme e mi prega di alzarmi subito, di prendere tutte le mie cose e trovare il mio posto… perché sono seduto sulla sua poltrona e quella accanto è di sua moglie. Io, che di solito sono molto preciso durante i viaggi, ho l’ardire di chiedergli il biglietto per verificare il numero del posto. Parte una ramanzina contro gli italiani che avrei voluto registrare. Osservo i biglietti con gli occhi tremanti dalla stanchezza, sbadigliando come un orango, cosa che indispone ancora di più la coppia danese che freme e smoccola. “È vero, sono proprio i vostri posti” rispondo con un sorriso stanchissimo ma trionfante. Gli occhi dell’uomo diventano tizzoni ardenti, poi, prima che il suo ringhio ceda il passo alla violenza, molto pacatamente aggiungo: “ Sono i vostri posti di… IERI”. Grido della donna e corsa disperata dei danesi prima che si chiudano le porte del treno. Io sono pervaso da una sensazione di comodità inaudita e mi addormento. Sipario
Da domani inizierò, una volta alla settimana, il mio corso di “Storia del Cinema” all’accademia cinematografica Dbima di Parigi. È il terzo anno consecutivo che sono chiamato a insegnare, tutto è iniziato col covid. Come prima lezione, per rompere il ghiaccio, faccio stilare la lista dei 10 film preferiti, incoraggiando gli studenti a non cercare di far colpo su di me inserendo titoli come “Il pranzo di Babette”. Vedendoli destabilizzati, inizierò allora con tono birbante e i lucciconi agli occhi, a parlare di quando mi innamorai di Kelly Mc Gillis in Top Gun. Questo monologo surreale è divenuto ormai la mia arma segreta per sbloccarli…
Quale sera fa a Colonia all’evento speciale organizzato impeccabilmente dal produttore tedesco Leopold Hoesch e la Broadview Tv. Un grazie sentito a Leopold Hoesch e a tutta la Broadview tv per la serata memorabile, davvero un unicum per l’eccezionalità di tutto.
Sono al Louvre, in contemplazione di un quadro “minore” di Leonardo, solo in un corridoio senza vita. Al museo questo pomeriggio non è venuto quasi nessuno, forse sono tutti al ristorante, mentre io scorrazzo indisturbato tra i capolavori. Mi sembra di stare in una sequenza di un film di Kubrick, in un incrocio imprecisato tra Odissea e Shining. Quando a un certo punto si manifestano dietro di me due entità romane di età imprecisata dall’accento pariolino che si scambiano sciocchezze romantiche con imbarazzante nonchalance. Io sto studiando i cromatismi leonardeschi affascinato dal celeste del cielo quando sento che la donna si lamenta per un bacio un po’ troppo ruvido di lui. Nonostante gli sghignazzi che seguono rimango ben ancorato alla grandezza dell’opera. La donna fa la ritrosa e si lamenta del fatto che lui non si faccia mai la barba. Inizio a studiare l’incarnato dell’angelo quando l’uomo esclama: “CIF AMMONIACAL NON GRAFFIA!” E ridacchia greve. A quel punto, dopo 3 secondi di scarto e senza voltarmi, rispondo con voce solenne “CIF AMMONIACAL È POLVERE LIQUIDA!” La coppia ha un sussulto. Io non mi volto, anzi faccio un leggero passo in avanti. “Signore, ma lei è italiano?” Mi domandano preoccupati. Rimango a fissare il quadro impassibile, poi me ne vado senza voltarmi incedendo con passo sostenuto. “Signore ma lei è italiano” Ripete lei urlando. “CIF AMMONIACAL È POLVERE LIQUIDA!” Rispondo da lontano prima di svoltare su un altro corridoio. Penso di averli spaventati. Grande Kubrick, dirige film anche da morto.
Questa settimana ho concluso il mio insegnamento all’accademia cinematografica DBIMA di Parigi e ringrazio i capi e gli studenti che mi hanno consentito di riversare la mia passione cinematografica in un contenitore che mi ha dato grande soddisfazione. Il cinema, questo miracolo. Non riesco a non pensarlo come miracolo perché non mi abituo all’idea che un immagine o un suono possa essere registrata divenendo così “eterna”. È un fatto che mi ha sempre stupito e che non cessa di destare la mia meraviglia. Mi ricordo un’interessante intervista fatta a un Bertulucci giovane che camminava per strada… al giornalista che gli domandava cosa gli interessasse cinematograficamente, Bertolucci rispondeva “tutto”, che qualsiasi cosa si muovesse destava in lui curiosità e interesse. Risposta basica ma che ci apre all’essenza del mondo drammaturgico.
Qualche settimana fa è iniziata un’ecatombe in Ucraina e mi tornano alla memoria tutti i racconti sconvolgenti di mia nonna Ersilia La Lomia, siciliana canicattinese stabilitasi a Roma per stare alla larga dalla criminalità organizzata locale. Sembra che il genere umano cada sempre negli stessi errori, non studiamo abbastanza la nostra storia. Speriamo