Prometheus: L’alienatissimo prequel di Alien. Fanta-ratatouille di un genio del cinema.

 Prometheus ruota attorno a 5 domande fondamentali. 1) Chi ci ha creati? 2) Qual è il nostro scopo? 3) Dio esiste? 4) Ridley Scott ha davvero diretto questo film? 5) No. Sul serio?

Da grandi registi arrivano grandi film e, per fortuna, anche quando falliscono miseramente lo fanno lasciandosi dietro lezioni memorabili. Tale è il caso dell’ultimo lavoro del signor Scott che, invece di ringraziare per l’ennesimo capolavoro, voglio sforzarmi di essergli grato per un’altra ragione: l’uomo è misteriosamente riuscito a mettere insieme un manuale senza tempo sul perché un film fallisce. E’ tutto qui, goffamente compresso in due ore di maestoso nonsense: una fanta-ratatouille interstellare senza capo né coda.

33 anni dopo “Alien” il capolavoro (1979), il brillante regista ci consegna un alienatissimo prequel che dista anni luce dal capostipite in stile, narrativa, cast, effetti speciali, pathos. Uno fantasforzo cinematografico che non solo è privo del DNA del film originale ignorando un patrimonio visivo che il pubblico brama e si aspetta, ma la cui propulsione narrativa è del tutto inesistente.

La verità è che più idee si cerca di stipare dentro un film, più implodono in se stesse finché il film collassa in una marea di nozioni insopportabili.

Ecco i principali punti che più mi hanno deluso. E credetemi, fare la morale a Ridley, mi provoca un certo magone, come se un bambino di prima elementare si mettesse a far le pulci a un professore universitario. Sebbene qui proprio di pulci non si tratta.

1)    UN FILM IN 3D HA BISOGNO DI UNA COREOGRAFIA IN 3D.   Il 3D deve essere premeditato come una rapina in banca. Se vuoi fare un film in 3D devi coreografare azione e narrazione lungo 3 dimensioni: foreground, middle round e background. Qualcosa deve costantemente accadere in uno di questi campi, seguendo un certo ritmo e modello. Se il foreground, primo piano, è ignorato come nel caso di Prometheus, abbiamo solo un “film regolare” con un vago senso di profondità. Perchè un film in 3D non è solo il risultato di cineprese 3D: il film deve essere pensato in 3D sin dall’inizio, from the inside out. Ciò richiede uno sforzo speciale: durante il processo di scrittura o immediatamente dopo, sceneggiatore, regista e produttore, devono saggiamente immergere ogni scena in una coreografia a tre dimensioni. Ma in Prometheus, al di là della decente sequenza d’apertura tridimensionale, il resto è “As idle as a painted ship upon a painted ocean”, come direbbe il buon Samuel Taylor. E quando, alla fine del film,  l’Alien che tutti conosciamo finalmente appare, quando il familiare mostro che ci ha terrorizzati da bambini sta per aprire le sue fauci sgocciolanti… noi pubblico speriamo che ciò avvenga perlomeno nella nostra direzione. Almeno questa scena fatecela uscire dallo schermo. Ce lo aspettiamo e lo concupiamo, oltretutto c’è una legacy da rinforzare qui. Ma, fantabeffa amarissima,  l’Alien apre il grugno… DI PROFILO. Neanche un bubusettete in 3D. Un rigore cinematografico che Scott ha dimenticato di calciare.

2) I PROTAGONISTI DEVONO PERSEGUIRE UN OBIETTIVO CON PASSIONE.   Ogni storia è fondata su questo principio e per questo andiamo al cinema a immolare ore della nostra vita. Adesso diamo uno sguardo alla trama ti Prometheus, tenetevi forte. Una manica di disadattati ai quali non gliene potrebbe fregar di meno sono spediti nello spazio da un vegliardo del quale non ce ne può fregar di meno che mette a capo di una spedizione da un trilione di dollari due robot ai quali non gliene può fregar di meno, solo per scoprire che ai cosiddetti ingegneri della vita ( possibili esportatori del DNA sul pianeta terra) non gliene frega assolutamente nulla.

Monumento definitivo al sarcasmo.

3) IL PROTAGONISTA DEVE ESSERE EMPATICO.   Ecco una delle regole d’oro di un film. Se scegli un’attrice superba come Charlize Theron, le devi automaticamente affibbiare il ruolo femminile principale. It’s a no brainer. A meno che, a meno che non trovi un’attrice, anche non necessariamente star, ma che trasudi star quality a ogni inquadratura. Un’attrice che dovrebbe innescare in noi un’automatica “Suspension of disbelief” onde impedire al nostro cervello di iniziare a fare gli inevitabili confronti. Perché inconsciamente il pubblico inizia a comparare le varie performance, e la verità è che l’attrice Noomi Rapace non può paragonarsi né a Charlize in quanto a presenza scenica, né a un secondo di recitazione di Sigourney nei primi due Alien.

4) RECITAZIONE  CONSISTENTE LUNGO  IL FILM.   Una delle frasi più celebri di Ridley è sempre stata “Il casting è tutto”, la scelta degli attori è tutto. Storie semplici, scritte semplicemente con grandi attori risultano godibilissime. Ma si da il caso che Mr. Scott abbia infranto il suo adagio proprio durante questo film; Prometheus soffre infatti di una bizzarra “Suspensions of disbelief” a singhiozzo. Appare Charlize Theron, è un film. Spunta uno dei vari mal selezionati attori del cast, va tutto alla malora. Vediamo Michael Fassbender, crediamo di nuovo che è un film. Ascoltiamo Marshall Green pronunciare una battuta, ci fa pena vedergli Charlize vicina. Adesso, se i protagonisti di un film non sono i personaggi più empatici del film, abbiamo un problema. Il fattore più ironico di Prometheus è che i personaggi dei quali ci importa di più, oltre a non essere i veri protagonisti, sono gli unici con un livello di recitazione degno. Per un regista come me è quasi insopportabile vedere questa discrepanza di recitazioni in due ore di blockbuster.

5) OGNI STORIA E’ UNA PROMESSA.   Ogni storia è una promessa. Ogni storia. In Prometheus,la promessa della premessa è come pubblicizzato nel poster : “La ricerca del nostro inizio potrebbe condurci verso la nostra fine” (The search for our beginning could lead to our end); ma l’inizio che trovano è così insulso che, allo stesso modo, direi che la ricerca di una sceneggiatura decente potrebbe anche condurre a Christopher Nolan, o…

Suspension.

Manuel de Teffé                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         Director/Writer

Prometheus