IL MISTERO DELLO SCHERMO ARANCIONE

Ho vissuto nelle ultime settimane uno dei momenti più misteriosi della mia vita. Ogni sera, tornato nel mio albergo parigino, lo schermo del mio laptop era diventato arancione. Arancione con patina appiccicosa. Cosa francamente inspiegabile ma simpatica. Ho cercato di risolvere l’enigma in vari modi, tuttavia, ogni volta che lo ripulivo PERFETTAMENTE, la sera dopo lo ritrovavo arancione. Arancione e appiccicoso. Orribile, per me perfezionista dell’immagine. Ho parlato con i tecnici, con le donne delle pulizie, ho chiamato Cupertino, ho mobilitato le assistenze. Ma lo schermo rimaneva arancione. Lo pulivo diligentemente e la sera dopo, in qualche modo, tornava di quel colore. I più potenti antivirus, assolutamente inutili.

Ho deciso dunque di accettare questo mistero perché mi donava un temperamento enigmatico anche sul set, il che mi ha aiutato ad avere più autorità con la trentina di persone da guidare per finire le riprese dell’episodio pilota per SAJE. Giravo, pensando allo schermo arancione e a come risolvere il problema, mentre attori e tecnici leggevano sul mio viso cogitabondo l’effige del pensatore.

Finché, prima di lasciare Parigi, qualche sera fa, mi sono seduto a fissare questo laptop colorato e ho avuto un flash. Mi sono ricordato delle mie ossessioni durante il Covid circa tutti i prodotti salutari atti a contrastare il malefico virus. Improvvisamente, ho agguantato il mio piccolo cleaning spray e ho letto l’etichetta. Poi ho fatto delle risate solenni: era un irroratore multivitaminico al propoli raccattato in un bio store un anno fa. Dalla stanza accanto qualcuno mi ha urlato di far silenzio. Erano le 11 di sera e sono uscito per i corridoi continuando a ridere dalla gioia. Manuel de Teffé

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